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    Cibo sostenibile: prodotti per l'alimentazione sostenibile

    Quando si parla di cibo sostenibile ci si riferisce ad un’alimentazione basata su prodotti sani, equilibrati nell’apporto di nutrienti e che provochino soprattutto un limitato impatto ambientale.

    Il connubio perfetto è quello tra cibo e sviluppo sostenibile, che deriva dalla volontà di privilegiare l’assunzione di prodotti a chilometri zero e che provengano da realtà locali.

    Un’alimentazione sostenibile incoraggia, infatti, l’acquisto di cibo presso i piccoli produttori che, a loro volta, desiderano lanciare sul mercato prodotti biologici e privi di pesticidi, sostanze chimiche e ormoni.

    La sostenibilità alimentare è un grande dono per il pianeta perché chi la attua ha a cuore il fatto che i terreni e le risorse idriche vengano utilizzate con parsimonia, rispetto e secondo i loro tempi di rigenerazione; inoltre si preoccupa che venga ridotto l’inquinamento da C02 nell’aria, derivato dalla produzione spasmodica di cibo lavorato industrialmente.

    Scegliere un’alimentazione biologica significa, inoltre, mangiare cibo salutare e, quindi, ridurre i rischi di insorgenza di problematiche che derivano da una dieta sbilanciata. è altrettanto importante ricordare come il cibo sostenibile permetta di ridurre gli sprechi alimentari: un aspetto fondamentale, dal momento che sono ancora numerose le risorse alimentari gettate perché acquistate in misura eccessiva e, poi, non consumato.

    In un mondo in cui ancora è elevato il numero delle persone che non riescono a soddisfare il fabbisogno giornaliero e nel quale la produzione alimentare ha un impatto molto forte, bisogna sensibilizzare le persone affinché facciano la spesa consapevolmente.

    Alimentazione e sostenibilità possono coesistere e coloro che decidano di fare una scelta green quando si mettono a tavola sanno che stanno contribuendo alla tutela degli ecosistemi e delle biodiversità con un piccolo, ma importante gesto quotidiano come quello di mangiare.

    cibo sostenibile


    Quando un cibo di può definire sostenibile?

    Il significato di cibo sostenibile è legato all’idea per cui chi si alimenta nel presente lo sta facendo senza compromettere la sopravvivenza del pianeta e le possibilità per le prossime generazioni di fare lo stesso in futuro.

    Si tratta di qualsiasi alimento prodotto e distribuito riducendo le emissioni di gas tossici, conservando le risorse di un territorio, eliminando le sostanze non naturali nella produzione, supportando le realtà locali.

    Oggi sono ancora troppi i cibi che non presentano ingredienti base di qualità, che si caratterizzano per aggiunte chimiche che accentuino il sapore, conservanti che permettano il mantenimento dell’integrità del prodotto per molto tempo, e coloranti che ne esaltino i colori rendendo i cibi più appetibili.

    Senza considerare l’abuso di packaging e di imballaggi che spesso questi alimenti prevedono e la lunga filiera che porta il cibo fino alle tavole dei consumatori e sfrutta innumerevoli spostamenti su mezzi altamente inquinanti.

    Il cibo sostenibile si propone come alternativa a uno stile alimentare fatto di prodotti poco nutrienti e scarsamente salutari sia per l’uomo che per l’ambiente.

    È importante, infatti, che chiunque abbia ben chiaro che avere cura quotidianamente della propria salute, ma anche di quella degli altri e del pianeta: è una scelta non solo ponderata e altruista, ma anche necessaria per la sopravvivenza della specie sul lungo periodo.


    Quali sono i cibi sostenibili?

    È molto importante capire quali siano i cibi sostenibili per poterli comprare quando si fa la spesa. Per essere certi di acquistare alimenti sostenibili, infatti, è sufficiente tenere a mente poche ma fondamentali informazioni.

    Un esempio di prodotti sostenibili lo si trova facilmente nei negozi che propongono frutta e verdura coltivata nel territorio e senza l’ausilio di prodotti chimici.

    Se si sceglie di acquistare della carne si dovrebbe optare per quella proveniente da allevamenti in cui gli animali vengono tenuti in buone condizioni, che presentino una certificazione cruelty-free e che sia stata prodotta senza usare farmaci veterinari per velocizzare la crescita e la resa quantitativa della produzione.

    Quando, invece, si vogliono acquistare prodotti ittici sostenibili bisogna assicurarsi che sia presente una particolare etichettatura che attesti che il pescato venga da una pesca sostenibile e che il pesce sia stato raccolto senza ricorrere alla pratica intensiva, che danneggia in maniera irreparabile gli animali marini, ma in maniera mirata e intelligente.

    Anche quando si acquistano prodotti confezionati come confetture, conserve, sughi, capsule del caffè e olio è possibile scegliere cibi sostenibili informandosi in merito alle modalità attraverso cui sono stati realizzati e da dove provengono.



    Naturalmente, anche la dieta gioca un ruolo importante nell’alimentazione sostenibile. Un esempio di dieta sostenibile è quella mediterranea, un modello nutrizionale che prevede il rispetto della piramide alimentare, un’alimentazione ricca e bilanciata e che può essere realizzata utilizzando cibi completamente sostenibili.

    Recentemente, infatti, alcuni studi hanno evidenziato che l’impatto ambientale della dieta mediterranea sul pianeta è decisamente inferiore rispetto a quello prodotto da altri tipi di stili alimentari che abusano del consumo di carni grasse e di pesce calorico.

    La dieta mediterranea, invece, prevede un’alternanza precisa di cibi, dando largo spazio al consumo di frutta, verdura e cereali e va ad integrare l’assunzione di carne e pesce con quella di legumi e formaggi. Privilegia, inoltre, la scelta di prodotti di stagione ed impedisce la desertificazione dei terreni adeguando le colture alle caratteristiche del territorio e praticando la rotazione.

    cibo sostenibile2


    Quali sono gli alimenti non sostenibili?

    Gli alimenti non sostenibili sono, ad esempio, quelli che vengono da lontano e che per arrivare a destinazione negli scaffali dei supermercati o sui banchi del mercato percorrono migliaia di chilometri.

    Sono beni alimentari prodotti a livello industriale, sfruttando risorse energetiche no green e macchinari che causano un grande dispendio energetico per funzionare. Sono cibi non sostenibili quelli che producono, durante la lavorazione e la produzione, emissioni tossiche nell’atmosfera o scarichi nocivi nelle acque o nei terreni circostanti.

    Sono anche quegli alimenti che vengono prodotti in serra fuori stagione, sfruttando sistemi artificiali di riscaldamento, così come quelle carni e quei prodotti caseari provenienti da allevamenti non ecologici e non all’aperto e che, invece, sono intensivi e poco attenti alle sofferenze provate dagli animali.

    È possibile annoverare come cibo non sostenibile anche tutto il pesce proveniente dagli allevamenti in vasca o dallo sfruttamento eccessivo delle acque marine, nonché quei prodotti che per essere coltivati portano alla deforestazione e alla conseguente distruzione degli ecosistemi.

    Infine, fanno parte di questa categoria anche quei prodotti surgelati che sfruttano una lunga filiera poco sostenibile e il cosiddetto junk-food, che spesso attira i più giovani e che risulta essere molto grasso, ma poco nutrienti e salutari.


    Quali app scaricare per rintracciare il cibo sostenibile?

    Oggi è possibile semplificare la ricerca del cibo sostenibile potendo contare su una crescente varietà di app scaricabili sul proprio smartphone in maniera molto semplice.

    Sono sempre più, infatti, i consumatori consapevoli della necessità di portare avanti uno stile di vita green e che vogliano ricercare un modello di alimentazione sano e che permetta la conservazione delle risorse planetarie nel presente e in futuro.

    Le app per la sostenibilità aiutano a calcolare il livello di sostenibilità di un alimento attraverso sistemi molto intuitivi, come quello che prevede l’inquadramento del codice a barre. Riconosciuto il prodotto, l’app sarà in grado di valutare di che tipo di impatto ambientale sia responsabile l’azienda che lo produce, in particolare informando in merito alle emissioni di gas serra dovute alla realizzazione di quel determinato cibo.

    Questo permetterà l’identificazione in pochi secondi dei brand che abbiano un approccio più sostenibile in campo alimentare e la possibilità di portare a termine una spesa più pensata e attenta all’ambiente.

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